Passi del cammino sinodale nella Collaborazione Pastorale Altinate

Nel 2021

Prima dell’inizio del cammino sinodale, la collaborazione ha iniziato una riflessione riguardo gli effetti della pandemia sul piano umano, sociale e pastorale. È nato così il progetto “La comunità che vorrei” che si proponeva di essere un momento di ascolto della realtà e delle persone nelle quali cogliere i segni della presenza e dell’azione dello Spirito.

Sono stati individuati due ambiti:

1) Relazionale e missionario (ascolto della realtà interna ed esterna).

2) Spirituale e formativo (spiritualità e preghiera, chiesa domestica, iniziazione cristiana). Il progetto prevedeva la creazione di quattro gruppi o tavoli di lavoro con dei referenti:

  1. Relazioni tra noi

2. Spiritualità e preghiera

3. Chiesa domestica

4. Iniziazione cristiana

Era previsto inoltre anche un gruppo trasversale per il coinvolgimento dei giovani. I gruppi avevano il compito di approfondire le tematiche e proporre poi delle iniziative pastorali concrete.

In sintonia col cammino delle Chiese che sono in Italia

Il cammino sinodale successivamente proposto dalla Chiesa Italiana, e sollecitato dalla Diocesi, ha richiesto una revisione di questo progetto. Il gruppo di lavoro costituito per il progetto si è ampliato ed è diventato il riferimento per il cammino sinodale. La proposta sinodale di un anno di ascolto ci ha confermati nella direzione già intrapresa e allo stesso tempo ha evidenziato con maggiore chiarezza la necessità un ascolto molteplice (delle persone, della realtà, dello Spirito…) declinato sia verso l’interno che verso l’esterno della comunità, dal quale costruire in modo partecipato e corresponsabile scelte pastorali concrete. In particolare ci siamo concentrati su due aspetti che ritenevamo prioritari: una formazione al discernimento personale e comunitario; un ascolto diretto delle persone riguardo le esperienze di partecipazione alla comunità e i percorsi di fede.

Concretamente abbiamo proposto:

1.   Un corso teorico pratico sul discernimento personale e comunitario di sette incontri mensili rivolto alle figure con responsabilità pastorali. I contenuti si ispirano ad alcuni testi della spiritualità ignaziana.  Gli incontri consistono in un momento di preghiera, un breve racconto sul quale condividere le proprie risonanze, la spiegazione del tema e le consegne per il lavoro a casa da parte di ciascuno.

Temi

  • 1° incontro: Fare pace con il cuore – una vita senza desiderio
  • 2° incontro: Ospitare il divino – istruzioni preghiera
  • 3° incontro: Decidere è un’arte – mozioni spirituali
  • 4° incontro: Esperienza di discernimento personale – condivisione sull’esperienza – Esame Spirituale di Coscienza
  • 5° incontro: Non è tutto oro quello che luccica – come comportarsi nella desolazione
  • 6° incontro: Discernimento in comune – Fondamenti
  • 7° incontro: Esperienza di discernimento in comune

Contenuti

  • Esortazione apostolica Evangelii Gaudium del Santo Padre Francesco
  • Testa o cuore? L’arte del discernimento, Gaetano Piccolo, ed. Paoline
  • Il discernimento, Giacomo Costa, ed. S. Paolo
  • Per discernere insieme – guida pratica al discernimento comunitario, Jean-Claude Dhôtel, ed. ADP
  • Manuale ESDAC (Esercizi spirituali per un discernimento apostolico in comune)

2.   Un questionario inviato a tutti i gruppi sulle motivazioni del far parte di un gruppo, su cosa mi ha aiutato, sulle esperienze positive e negative e su quelle desiderate.

Secondo anno del cammino sinodale

stimolati dal vademecum diocesano, abbiamo proseguito l’ascolto puntando specificamente sulle relazioni che si vivono all’interno delle nostre comunità. È stato preparato e inviato ai gruppi delle nostre realtà parrocchiali un piccolo questionario con tre domande:

  • quali esperienze vissute in parrocchia ci hanno fatti sentire accolti e ci hanno fatto fare esperienza di relazioni autentiche?
  • quali non ci hanno fatto sentire accolti?
  • quali potremmo mettere in atto come individui/gruppi/parrocchia per favorire l’accoglienza e lo sviluppo di buone relazioni?

Le testimonianze raccolte, anche se non tutti i gruppi hanno dato un ritorno, sono state sincere e belle. I fili rossi del sentire comune delle persone hanno toccato sia gli aspetti del non sentirsi accolti (giudizio sui comportamenti e gli stili di vita che rendono la Chiesa un tribunale; atteggiamenti che privilegiano la forma piuttosto che la persona e rendono la Chiesa un museo; sopravvento delle cose da fare sull’essere e le relazioni che rendono la Chiesa un’azienda), sia gli aspetti in cui viceversa ci si sente accolti (incontro vero tra le persone sia di carattere conviviale che spirituale che favorisce la conoscenza, il dialogo e la fraternità; quando si viene chiamati personalmente venendo coinvolti e divenendo parte attiva e responsabile; quando nella comunità ci sono spazi aperti e fruibili). Un aspetto mancante: il punto di vista dei giovani che non siamo riusciti a raggiungere se non molto marginalmente.

Da tutto questo emerge e si conferma un punto costitutivo della comunità e di tutte le dinamiche pastorali: la centralità delle relazioni. Non è possibile dare per scontata questa dimensione perché esistono evidenti carenze, difficoltà e “malattie” relazionali delle quali occorre prendere coscienza per poter mettere in atto insieme un vera cura delle relazioni sia in termini di intensità che di qualità.

Il gruppo di lavoro del cammino sinodale ha preso spunto da queste considerazioni, frutto dell’ascolto, per proporre domenica 21 maggio 2023 una esperienza aperta a tutta la collaborazione. Ci siamo ritrovati a Quarto d’Altino per la celebrazione eucaristica comune, alla quale sono seguite una piccola colazione in patronato, un esercizio sulle relazioni nelle comunità e infine il pranzo insieme. L’esercizio in particolare aveva lo scopo di rappresentare l’intensità e la qualità delle relazioni sui vari livelli (all’interno di ciascun gruppo, tra gruppi, tra comunità). Abbiamo utilizzato una modalità grafica (vedi immagini allegate) con lo scopo di arrivare a disegnare su un grande cartellone le reti di relazioni esistenti nelle comunità e provare insieme a prendere coscienza dei punti di forza e di debolezza.

L’esercizio ci sembra riuscito, soprattutto perché è stato un modo di procedere sinodale ed ha rappresentato una modalità diversa di ascolto e di condivisione, sempre sulla linea della “conversazione spirituale” declinata a partire dalla lettura della presenza dello Spirito nella realtà.

Naturalmente l’esercizio non si è concluso qui: in primo luogo perché una fase successiva deve essere quella relativa alle relazioni “ad extra”, cioè tutti gli ambiti in cui la comunità entra in relazione con persone, gruppi, associazioni, enti esterne/i (aprendo con ciò alle dimensioni di lavoro dei cantieri “della strada” e “della casa”); in secondo luogo perché ciascun gruppo può sviluppare un’analisi più approfondita a partire da questa mappa e magari inaugurare uno stile capace di rileggere continuamente e modificare in meglio la qualità di tutte le relazioni (aprendo alle dimensioni dei cantieri “della spiritualità” e “della comunione nella Chiesa”).

L’equipe del cammino sinodale